Una delle più odiose dicerie riguarda la presunta aggressività degli animali che vivono nei boschi e nelle campagne. Ad esempio, molti contadini sostengono che il cinghiale rappresenti un pericolo per chi cammina per sentieri; questa scemenza è rinforzata nella versione "femmina con cuccioli". In realtà il cinghiale, nche se in versione familiare, appena percepisce una presenza umana fugge, oltretutto lanciando un grido che avverte i camminatori della sua presenza.
Anche i serpenti sono purtroppo per loro accompagnata da una assurda malafama. Su questi animali facciamo un po' di chiarezza; i più diffusi sono senz'altro spaventosi per la loro lunghezza, ma innocui: bisce e biacchi non hanno l'attrattiva di un labrador ma ne condividono la mancanza di aggressività. L'unico serpente velenoso, almeno nel nord Italia, è la vipera aspis, specie rara, inconfondibile per il capo triangolare su un corpo più piccolo di quello della biscia e di colore rosso o marrone.
Sulla vipera la gente racconta insensatezze assurte a leggende metropolitane, come tali catalogate da studi e libri dedicati a questo fenomeno di rimbambimento sociale; ricordiamo, ad esempio, che molte persone credono che imprecisati amnientalisti paracadutino (!) vipere nelle campagne per favorirne il ripopolamento.
Vien da pensare che tanta stoltezza voglia nascondere che l'unico pericolo per boschi e monti sia rappresentato da uomini che sporcano, inquinano, maltrattano l'ambiente...
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